La Federal Trade Commission aumenta la pressione su Google e chiede un confronto antitrust per citare in giudizio il gigante della ricerca.
Il Presidente dell’ F.T.C Jon Leibowitz, ha fatto sapere che ciò forse avverrà entro la fine di Dicembre di quest’anno.
C’è da aggiungere che anche Joaquín Almunia, Commissario per la concorrenza dell’Unione Europea, ha affermato che è turbato dalla posizione dominante di Google nonostante il colosso della ricerca gli abbia dato tutte le rassicurazioni del caso.
Il Commissario per la Concorrenza Joaquin… del 26 Luglio 2012
L’indagine antitrust su Google si fa sempre più pesante e ricorda il caso limite contro Microsoft negli anni novanta.
L’indagine si focalizza sul tema centrale che presuppone che Google manipoli i risultati della ricerca a favore dei propri prodotti e rende più difficile per i concorrenti avere visibilità sui risultati delle sue pagine.
L’inchiesta di approfondimento dettaglia, in più di 100 pagine, l’argomento e viene condivisa dai cinque Commissari dell’ F.T.C che vagliano il caso. Il tutto è ancora, però in sospeso per eventuali ulteriori modifiche, ma oramai le conclusioni generali sono state quasi raggiunte dopo circa un anno d’inchiesta.
Google ha dichiarato di essere regolare su tutto “o quasi tutto” e dice che sarebbe disponibile a rispondere all’interpellanza sul caso, ribadendo che la concorrenza è testimoniata dai click che gli utenti effettuano sulle pagine della ricerca.
La Commissione porterà a riprova di ciò, quello che viene sostenuto anche da un poll di noti esperti, tra cui l’economista consulente Richard Gilbert della Berkeley University of California, per dimostrare le sue tesi di accusa contro Google in tribunale.
La Commissione definirà se esistono i Termini per poter portare Google in tribunale per violazione antitrust oppure trovare un accordo, prima che questo possa avvenire.
L’indagine su Google ricorda fortemente il caso Microsoft, anche se per Google ancora non si sono aperte le porte del tribunale. Questo però, è quello che vogliono molti dei suoi concorrenti che hanno sollevato le richieste di controllo perché sostengono dubbi sulla correttezza dell’amplificazione così esponenziale del suo business enormemente dominante sulla ricerca e sulla pubblicità ad essa collegata.
Il timore dei concorrenti è sostenuta anche dalle ipotesi della Commissione Americana che viene riportata anche dalle preoccupazioni della Commissione Europea e sono oggetto di timori fondati che Google voglia prendere e monopolizzare anche altri campi del settore fuori dal suo core business, come per esempio in ambito software e smartphone.
Google, però, continua ad affermare la sua posizione con forza e sostiene che è tutto regolare anche se alcuni dei suoi concorrenti possono soffrire per questo, ma è disposto a vagliare tutto ciò con propensione visto il forte, fortissimo interesse da parte dei tribunali nei suoi confronti.
Google è indagato anche dai procuratori generali di sei Stati: Texas, Ohio, Oklahoma, New York, California e Mississippi; in diverse aree di indagine e verificano le accuse che dicono che Google manipoli i risultati della ricerca a favore dei dati visualizzati per portare avanti il suo commercio oltre ad esaminare anche il mercato Google AdWords che discrimina gli inserzionisti dai servizi di commercio on-line suoi concorrenti, come consumer e siti di shopping e alti siti.
Purtroppo, la tensione si espande anche in altri settori e coinvolge quasi tutto il business di Google anche per il noto e chiacchierato sistema operativo Android oltre che per Google search sono anche sotto esame i brevetti per smartphone ed alto ancora legato al caso Samsung contro Apple.
Per tutto questo ed altro ancora, Albert A. Foer, Presidente dell’Istituto Antitrust ha detto di voler verificare le condizioni esistenti per proteggere un settore così importante ed in forte espansione per il bene di tutta l’economia.