Regole del ballottaggio? Forse un invito…

Il giorno dopo le primarie del centrosinistra è oggetto di discussioni tra i due schieramenti.

In questo gioco delle parti che lo stesso Segretario ha voluto riportare a galla, con la tenacia di chi vuole dimostrare che si può sostenere il tutto anche con la capacità di guardare i problemi “all’altezza degli occhi”.

Bersani ed insieme a lui i suoi sostenitori; amici e non come sottoposti e/o collaboratori come per Renzi, vuole far trasparire la differenza sostanziale che pongono in primo piano i sentimenti democratici al cospetto di chi, invece vuole mettere il dito sulla piaga della coesione strategica. Dall’altra parte del Partito, l’altra parte, cerca in tutti i modi di far prevalere la voglia di cambiamento “rottamando” tutti i principi che hanno fatto di questa Sinistra le ragioni della sua forza.
Nate dalla prima trasformazione della gente italiana e poi, oggi, dell’avvento di un sistema tecnico che ha riportato troppo rigore in un Italia dove… Il rigore mancava da quasi vent’anni.

Bersani, quest’uomo capace di mischiarsi alla gente e di accompagnarla in un discorso comunicativo alla pari e capace di trasportarla amministrando tutti gli equilibri dove l’Instabilità la fa da padrone.

Oggi si trova ad affrontare, per sua volontà, una situazione che già prevedeva e che ha voluto così portare alla luce. Credendo nei suoi principi di condivisione politica e non nei piani strategici di Renzi.
Ha voluto parlare alla pancia del partito e non alla testa che condivide appieno le sue preoccupazioni, tanto che anche il Maggior Rappresentante gli fa’ il contrappunto, sostenendolo, in un fantastico gioco di vera democrazia che potrebbe spezzare il partito politico in due.

O la va o la spacca!

Ma, in seno a questa transizione il gioco di Renzi non è chiaro e non sembra avvicinare tutto ciò che fu un movimento vero di persone libere e non a cinque punte; che liberamente diede vita molti anni fa’, prima e dopo la guerra, al seme dell’unità e della vera democrazia capace di fronteggiare la continua voglia di status quo.

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