Passa al tablet

Un quarto degli italiani  passa al tablet secomdo l’Eurispes. Ancora sul Mobile!

L’Eurispes parla di dati incoraggianti per noi del settore ICT. Il Tablet sta accumulando successi e un quarto degli italiani già ne possiede uno.
Vediamo di capirne le ragioni e se questa mania è utile oppure è un’altra bolla speculativa per far lavorare i giganti della telefonia e dell’elettronica con una azione di Digital Marketing.

Una delle prime ragioni è che la telefonia mobile si è accorta, ad un certo punto della sua storia, che in Cina tutto viaggiava su telefonino e che la gioventù cinese, meno conformista di quella americana, riusciva a sviluppare diversi miliardi di dollari con transazioni su cellulari di persone che lo utilizzano anche per pagarci le bollette della luce o del gas.

Quindi, da qui l’assioma delle nostre teste pensanti che hanno detto ai loro brillanti collaboratori: “Se avviene in Cina può avvenire anche qui!”.
E qui è impossibile non ricordare il film “Frankenstein Junior” con la celeberrima frase dell’attore comico Mel Brooks: “Si può fare”.

Ma in Italia si può fare? Bo?!… Ai posteri l’ardua sentenza, che credo sarà ardua, anche se tutto va verso il Mobile. Approfondisci su Sito web visibile su ogni tipo di dispositivo mobile o stabile.

Noi crediamo invece che qui in occidente la regressione stia rendendo inutile ciò che veramente non dovrebbe esserlo.

Esempio:
L’idraulico Super Mario ha, sul suo bel Tablet che porta dai suoi clienti, tutto il suo bel campionario di rubinetteria di una nota marca che descrive il suo prodotto con puntuali schede tecniche e stupende immagini colorate.

Su Internet un’altra marca di rubinetteria descrive i suoi prodotti sul suo sito web. Il catalogo on-line riporta dei rubinetti e risplende di tutte le tipologie dei modelli disegnati da altrettanti famosi designer italiani, riconosciuti a livello internazionale.

Mario quindi può accedere a Internet attraverso il suo bel Tablet che gli fornisce la possibilità di far vedere i siti web di altrettante sotto marche di rubinetti che hanno una qualità non firmata ad un minor prezzo.

Il nostro super idraulco quindi, dapprima cerca di vendere al suo cliente il prodotto più bello e costoso, ma poi si dirige verso quello di minor pregio… Il cliente a quel punto lo blocca e gli dice con voce impositiva: “A me dammi quello che costa meno”.

Il “rubinettaio” dunque, con il suo bel catalogo on-line non riesce ad ottenere l’obbiettivo questa volta e intanto il super Mario pensa che tanto lui guadagna sulla manodopera…

Il ferramenta del posto con il suo bel negozio, nel mentre, si vede diminuire la sua funzione di espositore in loco della merce delle marche dei rubinetti più di moda e così decide di dismettere il suo negozio perché tanto così non può più vendere la sua chincaglieria ad un prezzo smisuratamente superiore di quello presentato dalla stessa marca su Internet nel suo negozio on-line e così, di nuovo, il nostro idraulico non può più farci la cresta e quindi sempre di più lui punta a far aumentare il suo guadagno sulla manodopera; come dicevamo all’inizio di questo gioco dell’oca che è diventata questa nostra Italia grazie a questa pesante Europa.

Ora il nostro rubinetto dovrà per forza costare meno, ma qui entra in gioco lo stato sociale che nel frattempo è stato gravato dai giochi politici che ha visto affluire nel nostro bel Paese uno smisurato quantitativo di extra-comunitari che di fatto non hanno mai versato un euro per la loro giusta sussistenza sociale e tutto ciò, più altro ancora, rende troppo caro il costo del lavoro e della provvidenza sociale che giustamente ricarica con tasse tutti i cittadini e quindi altre tasse.
Lo scaltro imprenditore intanto, o chiude l’azienda di famiglia o la manda a remengo, tanto lui e i suoi figli e i figli dei suoi figli, i soldi li hanno già fatti; oppure deve abbassare i prezzi. Ma il governo, furbo e attento, gli alza le tasse e quindi l’accorto imprenditore chiede la cassa integrazione che gli permette, ancora per un po’, di fare la cresta sul lavoro altrui e di non pagare, tutte quelle liquidazioni che lo manderebbero sul lastrico se volesse chiudere i battenti. All’operaio così gli viene abbassato l’orario di lavoro e la banca non fa più prestiti e non permette più a suo figlio di comprare casa che dovrebbe essere ristrutturata, per cui di conseguenza, nel girone successivo, non mette più a posto casa che intanto è tassata con tasse che finiscono in cassa a quelle stesse banche che non erogano più il credito perché sono in debito per colpa di tutte le municipalizzate in rosso e le altre aziende regionali in debito con investitori esteri che hanno investito i loro soldi per riprendersli triplicati, dai nostri soldi che versiamo alle Regioni che costano il doppio dello Stato della Repubblica Italiana. Le stesse Regioni che poi investono in borsa, dove peraltro sono incapaci di fare affari e quindi il tutto è venduto per niente e la minor offerente, basta che sia un amico degli amici dei soliti idioti.
Quindi la mania dei Tablet ha contagiato quasi un quarto degli italiani o, gli italiani, comprano i Tablet perché non si possono più permettere un computer.
Il rapporto Eurispes 2013, terrà conto del bel racconto che vi ho fatto in questo momento, oppure i fredddi dati che nel capitolo sull’uso delle tecnologie ‘certificano’ anche il primato del cellulare sulla tv perché i giovani preferiscono risparmiare e utilizzare come i loro amici cinesi il comodo, più che comodo, cellulare con le webapp gratuite di Crome.

Il campione degli utilizzatori del telefonino si divide tra chi ne possiede uno base (47,1%) e chi uno smartphone (41,5%). Quasi un decimo dei soggetti dispone di più di un tipo di cellulare (9,3%).
Tra le funzioni più usate c’e’ la fotocamera (59%) mentre il 40% degli utenti naviga sul web.

Tutto questo rimane e deve rimanere un mistero per chi poi deve realmente capire dove va la società per saper cosa consigliare ai propri clienti come consulente ITC che non vogliono veder buttati i loro soldi. Richiedi ora un consulente ICT a Prosdo.com. Contattaci!
Ha e ricordatevi che i soldi non vanno nell’umido.

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