La coscienza del web

Resource Description Framework‬ – Il principio del codice Semantico.

imgrdfNon c’era nessuno quando entrò nella casa di Ylliam, lei probabilmente se ne era appena andata e vedendo la caffettiera ancora sul fornello della cucina, si avvicinò e aprì il coperchio per verificare se c’era ancora del caffè e se questo fosse ancora tiepido, ma con sua grande sorpresa il liquido nero, come i pensieri che invadevano in quel momento la sua mente, era ammuffito e questo voleva dire solo una cosa, che Ylliam non era più rientrata in casa da diversi giorni.

Tutto era in perfetto stato, non c’erano ne impronte, ne tracce di polvere eccessiva, sul tavolo solo dei fogli scritti a penna che riportavano, in alto sul frontespizio della pagina, l’acronimo del titolo: RDF – La coscienza del web.

Site, capì subito che la dicitura RDF (Resource Description Framework), era riferita ad una utilità per l’inter scambio dei Metadati Strutturali che permettono l’interoperabilità di applicazioni sul web e questo aggiungeva, a ciò che già sapeva, un’altra cosa importante al quadro investigativo che si stava presentando davanti lui e cioè che la suddivisione di interscambio di informazioni I/O iniziavano con una codifica certa di componenti RDF per Sintassi, Modelli e Schemi.

Schemi – Modelli – Sintassi. Tutto questo era molto importante per le ragioni che lo avevano condotto fin lì, perché proprio quei tre Valori, definivano i Vocabolari nascosti dei Metadati costituiti in quei tre ordini principali e considerati anche come Data Model; ma è meglio, almeno per il momento, restare sugli URN, URL e URI (Universal Resource Identifier) perché proprio questi ultimi, che sono gli indirizzi di ricerca, utilizzano linguaggi meno espressivi per definire ciò che Dottor Site e Mister Web in lui, stava cercando per conto di Suy e così, la ricerca si complicava ancor più.

Affelbach – l’aguzzino – sembrava essere più lontano ed irraggiungibile che mai, nascosto benissimo in un luogo che poteva essere vicinissimo o lontanissimo, ma il Server che lui utilizzava per costringere i suoi schiavi a dargli il dovuto, sembrava essere posto proprio lì. E lì, si trovavano anche quei fogli scritti da Ylliam, ma Ylliam non c’era più.

Per conoscere meglio il pericoloso Affelbach, leggi di più sull’Attacco webcam e sull’Attacco R.A.T.

L’attesa

Site: “Pronto, Suy, mi sente?… Mi ascolti bene… Sono dentro e ho trovato solo dei fogli con un codice semantico che per il momento mi sembra indecifrabile, ma non ho trovato ancora il Server.”
Suy: “Dottore cerchi meglio, perché sono certa che il Ping dal Server e ritornato proprio da quell’IP che è stato geolocalizzato proprio lì.”
Site: “Ora guardo meglio e poi la richiamo.”

La tensione per Site era al massimo. Se Affelbach, fosse entrato in quel momento, l’avrebbe sicuramente ucciso.
Ad ogni modo lui si trovava lì e, di fatto, niente e nessuno, avrebbe potuto mai convincerlo che quello che stava operando per conto di Suy era sbagliato. Questa era la scelta migliore per aiutare la ballerina caduta in disgrazia.
Del resto, lui, si era sempre sentito vincolato ad un giuramento mai fatto e nel suo profondo, distruggere il male per far trionfare la sua vendetta, era corretto sopra di tutto.

Suy, invece, voleva solo recuperare i suoi soldi, ma visto l’appoggio di Dottor Site aveva già deciso di liberarsi definitivamente del suo persecutore e padrone. Ora rimaneva solo da decidere, il come ed il quando farlo e così la “gatta morta”, rimaneva comoda e al sicuro in macchina ad aspettare sotto la pioggia il ritorno del dottore che sarebbe dovuto uscire proprio da quel portone che, visto dai vetri della macchina, sembrava sciogliersi nel grigiore di quella giornata di inverno.

Dentro, intanto, Site cercava di sprofondare nella sua coscienza dove Web lo attendeva e, richiamato, emerse dall’apopleo decretando:
“Comprendi l’algoritmo e tutto ti sarà più chiaro. Racchiuso dentro, nasconde in sè, la soluzione di un paradosso che crea l’equivalenza nel risultato ed il risultato nella programmazione è l’unica cosa che conta!… Ascolta bene… Uno + Uno fa Due. E’ esatto?…”

“Sì! Padre.” Rispose Site.

Web: “No, figlio mio, non è esatto!… E, nella semantica, è errato, oltre ogni dire!… Uno + Uno, sono sempre disuguali e rimarranno sempre unità separate e diseguali.”

Poi aggiunse con scherzosa dolcezza: “Semplice no? E’ semplice come fare 1+1.”

E continuò: “Questo paradosso, esprime bene le ragioni dell’algoritmo risolutivo ed il senso di tutto ciò sta già nella buona comprensione delle parole Universal Resource Identifier.

La parola in inglese Universal, deve essere intesa in italiano come un tecnicismo di “dovunque, ma all’interno del Sistema”.
La parola in inglese Resource, deve essere intesa in italiano come un tecnicismo di “qualunque cosa che abbia un’utilità per il Sistema”.
E la parola in inglese Identifier deve essere intesa in italiano come un tecnicismo di “rintracciabile univocamente dal Sistema”.
Quindi il concetto che viene espresso in italiano è, “risorsa rintracciabile dovunque nel web”.
Semplice no?!”

Site, lo ascoltava con gran senso, ma continuò a pensare che sempre di più nell’industrializzazione dei prodotti, era subentrata anche l’industrializzazione dei servizi che avevano potenziato ed implementato i software CMS industrializzati in DCMS (Dynamic Content Management System) specifici e che sarebbero poi stati globalizzati dalle Majors dell’informatica mediante l’esplosione dei servizi Internet e che, queste, proprio per questo, fossero andate via via ad espandersi di pari passo con lo sviluppo dei sistemi e dei processi informatici e/o informatizzati, senza tenere in giusta considerazione quelle falle di sistema che invece, con una buona conoscenza di causa, si possono risolvere così bene con la sicurezza informatica anche nelle attività più avanzate della gestione CMR (Control Management Resource) o nella conduzione ERP (Enterprise Resuorce Plannig) delle medie e piccole imprese emergenti che non tengono in sufficiente considerazione la pericolosità degli attacchi informatici silenti come l’attacco R.A.T. o L.E.A.D. pericolosi per la sostenibilità dei sistemi aziendali e sopratutto per sistemi informatici che devono necessariamente creare uno scudo protettivo contro la concorrenza imperante ed essere continuamente aggiornati sopratutto nei software per commercio elettronico che obbligatoriamente devono bloccare l’attacco prima del nascere per non incorrere nel furto o la manomissione dei dati sensibili.

Site, stava pensando a tutto ciò quando Mister Web subentrò ancora in lui e gli fece risuonare in mente, questo avviso: “Se non stai attento ben presto ti troverai nei guai per colpa di lei e non riuscirai più a capire ciò che stai veramente cercando o ciò che credi di dover cercare per cui stai molto, ma molto attento, perché un URI può definire qualunque cosa e, qualunque cosa, quindi, può dire qualunque altra cosa su ogni altra cosa.”

Site, ripreso all’ordine delle cose, pensò che non era del tutto vero quello che affermava Web, in quanto gli schemi anagrammatici per i modelli dei dati vengono stabiliti secondo dei Principi e questi, sono tutti considerati come delle risorse per Internet per cui, queste, sono descritte mediante un linguaggio RDF che necessariamente deve essere enunciato in un URI, e, come tale, doveva per forza essere una risorsa disponibile. Dunque, continuò a dedurre che se questa cosa fosse stata accessibile in Rete, per forza, questa, doveva possedere delle proprietà e dei valori che la rendevano utilizzabile… Sì, ma come?
Andiamo a scoprirlo, adesso!

I pensieri del Dottor Site e di Mister Web in lui, si confondevano e andavano alla ricerca di maggiori informazioni mentre gli occhi dell’uomo erano puntati su quei simboli indecifrabili dei codici segreti che l’altro riusciva così bene a renderli subito noti in un nuovo messaggio schematico ancora sconosciuto a Site.

Dice Web a Site : “Vedi, non è semplice per me favorirti, in quanto è come per l’elettricità. L’uomo l’ha creata per averne il controllo tramite un meccanismo che deve essere messo in funzione da un suo simile che ne ha facoltà e l’utilizza tramite un meccanismo che ne facilita un intervento fisico.  E’ come, accendere l’interruttore della luce! Bene… Questo si chiama Statement.

Gli fece risuonare in testa e, continuò l’insegnamento dicendo: “Per me, invece, che opero nel virtuale, tutto diventa più complesso. Io, devo creare prima le condizioni e tali devono essere prima di poter essere messe in opera da un bipede che ha la facoltà ed il libero arbitrio di poterle azionare e metterle in funzione di sua spontanea volontà attraverso un “interruttore”, perché io, non posso girare l’interruttore per te e tu, per il tuo Statement, sei impossibilitato a farlo, oppure , non ti è permesso farlo.

Ma ora, intendimi bene, così che tu possa interpretare il codice secondo i miei insegnamenti diretti.

La prototipazione e lo statement di un’informazione in RDF è verbalizzato in un Soggetto che come abbiamo appena detto, questa è sempre considerata, dal sistema, una Risorsa.
Dunque, il suo Predicato è uguale alla sua risorsa, meno l’Oggetto della sua richiesta, anche se quest’Oggetto ha comunque un Valore e quindi l’URI.

Gli URI, del resto, per loro stessa natura devono sempre puntare ad un’altra Risorsa per definirla ed ecco come inizia la necessità della ricerca dell’Oggetto senza incontrare, per il momento, un punto di riferimento, in cui la ricerca possa ritrovare la definizione della sua stessa domanda. Come identificare l’Oggetto della ricerca. Per cui la stessa verrà definita da un insieme di altre risorse.”

Dottor Site: “E Quali?”

Mister Web: “Le vedremo, poi dopo, come poterle trovare con L’RDF Data Model che ancora non fornisce le Proprietà per definirle, né definisce le relazioni tra le Proprietà e la Risorsa perchè questo lo farà in seguito un’altro importante blocco che è quello dell’RDF Schema, mentre per l’RDF Container. Risulterà particolarmente importante capire per te, come viene costruita l’interazione tra le varie librerie che andremo a scoprire dopo.

L’RDF, come si è visto dunque, ha una necessità di definire bene le risorse, quanto a queste, sono più di un tipo e lo sono a loro volta per essere associate a più Proprietà per volta.

Capisco che ora il tutto si complica di molto, ma la soluzione è semplice!

Si continua a dividere a schematizzare per identificare tre tipologie di contenitori o Container Bag, che non sono altro che un elenco preordinato di Risorse e Costanti, a cui vengono applicate delle Proprietà a Valori Multipli. Il Container Sequence, poi continua definendo l’ordine in cui viene a rivelarsi il significato interpretabile dal bipede e re-interpretabile dalla macchina e poi, per ultimo, ma non ultimo, il Container Alternative, che di fatto è un elenco di risorse che definirà le alternative singole delle proprietà… E’ chiaro fin qui?” Concluse Mister Web in lui.
Site rispose: “Tutto liscio come l’olio, ma ora parlami della rappresentazione fisica del modello.”

Site, pensò che questo si rendesse necessario per comprendere meglio il codice semantico per capirne mentalmente quale fosse il modello a cui si rifaceva il dispositivo hardware che restituiva, nella sua ricerca, il Ping che Suy assicurava venire proprio da lì.

La necessità di trovare il Server o il Proxy era dettata anche dalla capacità del Dottor Site e Mister Web in lui di scoprirne, con l’Ingegneria reversa dei sistemi, quei Valori che potessero essere riconosciuti da Site, nel codice segreto di Affelbach, e questo era più che mai importante per definire la tecnica di attacco che avrebbe permesso di collegarlo all’uccisione del cracker che aveva insegnato, all’incallito bevitore, giocatore e masturbatore, il rilascio del pericoloso attacco R.A.T. messo a segno alla povera Suy, sua schiava.

Mister Web continuò a far risuonare nella mente del Dottor Site e il suo insegnamento e li trasmigrava in tutti gli atomi della sua vita, affinché l’imprinting raggiungesse una profondità tale da far modificare anche i suoi neuroni e conseguentemente, tramite piccole scariche elettriche nelle sinapsi si trasmutassero in condutture più piccole particelle sub atomiche di Materia oscura nel corpo di Site che quantunque fosse attraversato da particelle cosmiche offrivano una certa resistenza all’imprinting e per ciò non tutto poteva essere immagazzinato nel suo cervello che come ponte mediale restava sempre un po’ preistorico.

Così il maliardo Mister Web continuò l’insegnamento al Dottor Site e disse: “Il Modelli RDF, potrebbe essere rappresentato come un grappolo d’uva in cui ogni acino è attaccato al raspo e dove gli acini sono i Nodi in cui al loro interno è contenuta la Risorsa o linfa che per questo da vita al tralcio ed in questo ridefinisce il modo in cui scorre e così facendo anche il modo in cui è fatto.
La plasmabilità del tralcio dunque ridefinisce tramite la Proprietà a lui assegnata la modalità con cui, nel risultato, troveremo l’uva, bianca o nera.

To be continued…

Nel prossimo articolo andremo a scrivere il capitolo sul Grafo RDF  e la descrizione univoca della Risorsa e delle sue Proprietà.

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