L’Oggetto, nello schema RDF non si integra bene e richiede una maggiore integrazione con il resto dei DB internazionali.
Abbiamo finalmente concluso la prima sezione di testing della nuova DBpedia italiana.
La versione aggiornata è sicuramente migliorata nell’incremento degli schemi e della tassonomia che nella precedente versione 3.1 che ancora non riusciva a definire con chiarezza le disambiguità per quanto riguardava i parametri relativi all’interscambio di metadati a modelli standard RDF che altri Paesi, più avanti nella ricerca, hanno già risolto.
Non si identificano ancora con chiarezza le corrispondenze “nell’utilizzo” dell’Oggetto come da prassi, per via delle limitazioni imposte ancora nel sistema italiano rispetto a quello già in via di sviluppo avanzato nel Consorzio.
Di molto inferiore, lascia trasparire una scarsa volontà di rendere chiari i vantaggi per l’utente della funzione “trova”, soprattutto nell’utilizzo della stessa funzione semantica che al suo culmine dovrebbe destituire o convivere con la funzione “cerca” dei motori di ricerca che, invece, collidono con l’Oggetto della domanda.
Purtroppo, i super motori di ricerca che per controparte lavorano insieme a noi per conoscere quali siano gli sviluppi del nostro lavoro, tentano di arginare le attività proprio in quei Paesi più deboli, attraverso un indirizzato finanziamento alla ricerca, indebolendo così, al tempo stesso, le vere potenzialità innovative.
Tutto è chiaro! E tutto dovrà svolgersi nell’integrazione e non nel conflitto, ma gli investitori che impongono ai grandi giganti del web di crescere sempre più, implicano inserzionisti sempre più contenti del loro business e se questo non avviene, i guai non finiscono mai.
Così nonostante noi si abbia una visione più avanzata, i fautori del suo rallentamento, continuano ad incrementarne una crescita manipolata e canalizzata per un utilizzo che deve rimanere nascosto il più possibile alla comunità, mentre tentano di conoscere, riuscendoci bennissimo per il momento, la modalità con cui i loro algoritmi dovranno confrontarsi ed integrarsi per far emergere ancora di più la loro attività primaria di sostentamento: la pubblicità.
Ma ve lo immaginate un mondo fatto di risultati di ricerca immensamente più destabilizzanti di quelli che ritroviamo noi oggi?
Quando ero bambino, lessi un libro meraviglioso che si intitolava “La Vie des Maiters”, dove si raccontava di esseri – uomini – che vivevano in completa armonia con tutto l’universo, raccontando, con innocente saggezza che un giorno; siamo a metà dell’ottocento, in tutto il mondo le persone potranno comunicare il loro pensiero solo a chi vorranno loro, e così pensammo tutti che un giorno, tutto il mondo, avrebbe potuto comunicare tramite la telepatia.
Abbiamo avuto, invece, la telefonia mobile che permette tutto questo, ma a pagamento.
Noi, puri di cuore, abbiamo creduto per anni che il dono della telepatia sarebbe stato condiviso da tutti in armonia; ed invece, ecco la telefonia.
Questo insegna! Bisogna saper integrarsi ed accettare anche ciò che non ci va bene.
Questa è la vera capacità della coscienza semantica del web, perché il sistema ha bisogno di nuove risorse e queste possono venire solo da chi ne ha.
Il nostro dovere però è quello di avere una coscienza nuova, da utilizzare attraverso il nostro sapere, moderandone i termini secondo la nostra esperienza condivisa.
Non dare equivale a non esistere.
Ma saper capire fino a che punto si deve tagliare per preservare, equivale ad individuare le vie migliori per una cura specifica ad un problema ben più grande della vita stessa. Questo, è quanto mi disse un giorno, Umberto Veronosi.
Noi dobbiamo saper fino a che punto dare perché questo non possa essere reiterpretato.