Facebook la preghiera

Facebook la preghiera.

Capitolo VIII: la Preghiera Cibernetica 
Quel giorno in casa del Dottor Site, la cameriera Margaret, finito di rammendare un profondo taglio sul frac del dottore, continuava a vagabondare per la casa facendo con il piumino bianco e azzurro la polvere, un po’ qua un po là.
il Dottor Site spazientito, le disse: <<Margaret… Santo Facebook! Smetti subito quella sinfonia di tacchi quaccheri e lasciami leggere in santa pace la preghiera dell’internauta di Facebook, che Don Mario mi ha dato oggi all’uscita della chiesa!>>.
Margaret ribatté stizzita: <<Ma… Dottore… Sto facendo le pulizie! Cosa vuole che ne sappia di Facebook una cameriera del Saxset come me! Però… Se le da così fastidio smetto subito… Ma cosa altro posso fare?… Del resto, il suo frac della notte gliel’ho già cucito, stirato ed appeso all’attaccapanni del laboratorio!
Ancora non sò, come lei abbia potuto ridurre così il suo bel frac?!
Chissà cosa gli è successo ieri notte?!>>.
Il Dottor Site e Mister Web in lui, pensò che era meglio non rispondere e continuare a leggere la missiva della vicina chiesa con la preghiera di Facebook in primo piano.
Difatti, il Dottor Site è, sia un navigatore scafato di Facebook che un saltuario cattolico che, avendo preso lezioni di teosofia e religione fin dall’età di 14 anni presso la casa di un Santo e rinomato Maestro dell’India occidentale, la sua visione d’insieme lo portava a rispettare a pari modo tutte le religioni del mondo e, per lui, tutto aveva ragion d’essere come un insieme di legami condivisi di link, nuclei e misteri che si esprimono, interagendo fra di loro, ed amplificandosi gli uni con gli altri, tramite la comunicazione di massa con attività intrinseche al bisogno dell’Umano di saper riconoscere l’incomprensibile Ignoto. Che non è altro che il bisogno o la sete di conoscere Dio.

Il cattolicesimo, però aveva su di lui una presa profonda che lo collegava emotivamente alla nonna, che in tenera età, lo aveva educato chirichetto nella piccola chiesa di Sant’Eufemia, per cui, leggendo la preghiera la commozione, in ultimo, lo agguantò.
Dal principio, egli leggeva con scarsa attenzione, ma poi, sempre di più, la sua mente si immergeva nella attualità che quel parroco aveva saputo cogliere scrivendo nella sua prefazione così: <<Questa preghiera vuole avvicinare giovani e adulti iscritti a Facebook, affinché l’uso di questo strumento sia usato con moderazione… Senza dimenticare la realtà!>>.
Capita l’importaza della preghiera, chiamò Margaret e Pewington e chiese loro di ascoltarne la lettura, credendo di fare cosa gradita agli uomini e a Dio.

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LA PREGHIERA DELL’INTERNAUTA DI FACEBOOK

Signore, da lassù spero tu veda “il muro” come una finestra dell’animo umano.
Una foto, forse originale, o forse di un volto di un personaggio inventato o finanche di un cartone animato.

Tante frasi, tante parole scritte che,
con un click, vengono condivise da chi ti dà o ti prende l’amicizia, e così, tutti sanno tutto.

A volte si scrive o si legge,
di sciocchezze o pettegolzzi.

A volte, si scrive o si legge,
del proprio stato d’animo e delle proprie sofferenze,
o della propria felicità e gioia.

A volte, si scrive o si legge,
dei propri problemi, e si condividono con tutti,
alla ricerca di una risposta per la soluzione.

A volte, si scrive o si legge, di fatti accaduti nel mondo,e qui, si aprono le porte di tanta gente che soffre o che muore, o di chi, per convenienza, passa sopra tutti e a tutto.

A volte si scrive e si legge?… A chi? Chi legge?… E cosa?

Signore proteggi chi, non può capire, ciò che si scrive e ciò che si legge.

Amen!

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E tutti tre, andarono a letto con un senso d’amore comune nel cuore.

Internet, dopo la preghiera e la religione, è il più grande aggregatore di aspirazioni dell’animo umano.

Questo non può essere sottovalutato da nessuno, soprattutto da chi ha le redini del buon governo dell’Umanità in mano, se ciò è ancora possibile.

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