Finalmente anche in Europa uno stop ai siti web pirata.
I Provider fornitori di servizi web hosting possono essere obbligati a stoppare i siti che violano il Diritto d’Autore. Lo afferma la Corte Ue dando ragione all’Avvocato generale dell’Unione.
Finalmente anche per la Corte di Bruxelles, un Internet Service Provider può proteggere i siti web dei propri clienti richiedendo agli altri Provider la sospensione di un sito pirata che violi il Diritto d’Autore.
Questo è quanto ha saputo far approvare alla Corte dell’Unione l’avvocato generale Cruz Villalon che, dopo due ore di lunga arringa, non senza difficoltà per le imposizioni non dette della Corte, è riuscito a far accettare alla stessa Corte dell’Unione, per troppo tempo restata riluttante ad ascoltare le molte richieste di rispetto per una maggiore difesa delle proprietà intellettuali violate da molti e, forse troppi, Internet Services Providers che lasciano reiterare volutamente sedicenti aziende che spacciano pubblicità con forme nascoste di illegalità, atte a rovinare l’immagine di professionisti ed aziende serie che affidano a veri sviluppatori di servizi web i loro siti che poi altri delinquenti copiano e vituperano rendendo vani gli sforzi di chi, come noi, lavora ore ed ore per costruire un sito web che abbia un valore di originalità anche nel codice e non solo per le bellissime immagini e animazioni che poi vengono copiate da molti, senza compiere alcuno sforzo. Scusate l’infervoro… Ma lo sfogo è d’obbligo!
Nella fattispecie l’ANSA riporta le conclusioni della causa tra l’Internet Provider austriaco UPC Telekabel Wien e società Constantin Film Verleih e Wega Filmproduktionsgesellschaft da cui si evince proprio la possibilità di far sospendere un sito che abbia violato palesemente il copyright. Le conclusioni sono riprese anche nelle sentenze dei giudici Ue.
In base al diritto degli Stati membri dell’Unione che vedono garantirsi i propri diritti di deposito. Citazione ANSA: “L’internet provider dell’utente di un sito internet che viola il diritto d’autore debba essere considerato come un intermediario i cui servizi sono utilizzati da un terzo per violare il diritto d’autore e di conseguenza deve essere preso in considerazione quale destinatario del provvedimento inibitorio” .
Ed è proprio in questi momenti che il mio credo si rinforza e che da una ragione utile alle mille e più pagine dei nostri copyright, depositati in Italia e a Washington, dando un significato utile alla parola, sacrificio, costruito con il lavoro ed un investimento in denaro, non indifferente.