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stop ai siti pirata

Stop ai siti web pirata del 2014 aggiornato al 2025

Articolo scritto nel 2013 da Prosdo.com

Finalmente anche in Europa uno stop ai siti web pirata.

I Provider fornitori di servizi web hosting possono essere obbligati a stoppare i siti che violano il Diritto d’Autore. Lo afferma la Corte Ue dando ragione all’Avvocato generale dell’Unione.

Finalmente anche per la Corte di Bruxelles, un Internet Service Provider può proteggere i siti web dei propri clienti richiedendo agli altri Provider la sospensione di un sito pirata che violi il Diritto d’Autore.

Questo è quanto ha saputo far approvare alla Corte dell’Unione l’avvocato generale Cruz Villalon che, dopo due ore di lunga arringa, non senza difficoltà per le imposizioni non dette della Corte, è riuscito a far accettare alla stessa Corte dell’Unione, per troppo tempo titubante e riluttante ad ascoltare le molte richieste di rispetto per una maggiore difesa delle proprietà intellettuali violate da molti e, forse troppi, Internet Services Providers che lasciano reiterare volutamente sedicenti aziende che spacciano pubblicità con forme nascoste di illegalità atte a rovinare l’immagine di professionisti ed aziende serie che affidano a veri sviluppatori di servizi web i loro siti che poi altri delinquenti copiano e vituperano rendendo vani gli sforzi di chi, come noi, lavora ore ed ore per costruire un sito web che abbia un valore di originalità anche nel codice e non solo per le bellissime immagini e animazioni che poi vengono copiate da molti, senza alcuno sforzo.
Scusate… Ma lo sfogo è d’obbligo!

Nella fattispecie l’ANSA riporta le conclusioni della causa tra l’Internet Provider austriaco UPC Telekabel Wien e società Constantin Film Verleih e Wega Filmproduktionsgesellschaft da cui si evince proprio la possibilità di far sospendere un sito che abbia violato palesemente il copyright.
Le conclusioni sono riprese nelle sentenze dei giudici Ue. In base al diritto degli Stati membri dell’Unione che vedono garantirsi i propri diritti di deposito.
Citazione ANSA: “L’internet provider dell’utente di un sito internet che viola il diritto d’autore debba essere considerato come un intermediario i cui servizi sono utilizzati da un terzo per violare il diritto d’autore e di conseguenza deve essere preso in considerazione quale destinatario del provvedimento inibitorio.”
Ed è proprio in questi momenti che penso che le più di mille pagine dei nostri copyright depositati in Italia e a Washington abbiano significato per noi un sacrificio utile fatto di quasi un anno di lavoro ed un investimento di denaro non indifferente.

Articolo aggiornato al 2025

Normative più recenti del 2025 in tema di lotta alla pirateria digitale in Europa.

Nel 2025 non c’è stata una sentenza mirata della Corte di Giustizia UE che abbia innovato radicalmente il principio secondo cui i provider possono essere obbligati a bloccare siti pirata (principio già sancito dal 2014). Tuttavia, si registra una crescente giurisprudenza a livello nazionale ed europeo che sempre più chiaramente responsabilizza anche intermediari tecnici come Cloudflare e servizi DNS, riconoscendone il ruolo attivo nella diffusione della pirateria e obbligandoli a interventi concreti di blocco dei contenuti illeciti.

Recenti sentenze in Francia (2025), Italia (2024-2025), Germania e Moldova hanno imposto imporre blocchi DNS, blocchi di proxy e indirizzi IP e misure sanzionatorie importanti a servizi di content delivery network (CDN) e provider, rafforzando l’azione pratica contro la pirateria. Inoltre, la Corte UE ha autorizzato nel 2024 l’identificazione degli utenti tramite indirizzi IP per perseguire gli illeciti online, bilanciando però questo con la tutela della privacy degli utenti secondo le regole UE sui dati personali.

In Italia l’AGCom ha aggiornato e ampliato i propri strumenti contro la pirateria online, con il Decreto Omnibus del 2023, che rafforza la possibilità di bloccare e oscurare i siti pirata e i servizi IPTV illegali, mantenendo comunque discussioni aperte sull’efficacia e sui limiti di tali misure.

In sintesi:

  • Il principio di responsabilità dei provider per siti pirata è consolidato dal 2013 e ulteriormente applicato nel corso degli anni.
  • Nel 2024-2025 si sono intensificate sentenze nazionali che ampliano il perimetro di responsabilità a fornitori tecnici come CDN, DNS, proxy, con conseguenti obblighi concreti.
  • La Corte UE supporta strumenti più efficaci di identificazione degli utenti pirata compatibili con la privacy.
  • In Italia e UE si continua a rafforzare il quadro normativo e operativo, ma con attenzione all’equilibrio tra lotta alla pirateria e diritti degli utenti.

Quindi, c’è un’evoluzione giuridica in corso, ma la base normativa è antecedente e le novità sono diffuse su più fronti, non concentrati in un unico evento giuridico europeo.

Fonti principali degli ultimi anni e 2025 indicano questa tendenza consolidata e crescente, con esempi recenti di cause e sentenze contro intermediari tecnici, in particolare Cloudflare, e pronunce sulla identificazione tramite IP.

Quindi, la lotta contro la pirateria è quindi un processo continuo più che di una svolta singola e definitiva.

Sentenze contro Cloudflare e provider in Francia, Italia, Germania 2024-2025;
Sentenza Corte UE 30/04/2024 su identificazione utenti pirata tramite IP;
Decreto Omnibus AGCom 2023, strumenti italiani anti-pirateria.